martedì 20 maggio 2014

Pio X, il terzo papa che ha poco mercato

Proponiamo un articolo a firma Angelomauro Calza pubblicato sulla prima pagina de Il Quotidiano della Basilicata del 20 maggio 2014.




E’ da qualche giorno che giornali e televisioni invitano ad acquistare le “medaglie dei Papi Santi del Ventesimo secolo”, realizzate dalla Zecca di Stato e le immagini le mostrano: una con l’effigie di Papa Giovanni XXIII, l’altra con quella di Giovanni Paolo II. Nella pubblicità in questione, quando si afferma “i papi santi del ventesimo secolo”, significa implicitamente che ci si riferisce a “tutti” i papi santi dell’epoca, e secondo la pubblicità sono due.Ed allora ecco che mi viene un dubbio, legato a reminiscenze scolastiche di liceo frequentato dai Padri Scolopi: ma perché ne pubblicizzano due se i papi santi del ventesimo secolo sono tre? Vado a controllare per sicurezza. Massì, ce n’è un altro: nel 1954 Pio XII proclamò Santo Pio X, eletto Papa nel 1903.
In realtà quell’anno il conclave riunitosi dopo la morte di papa Leone XIII aveva nominato il cardinale Mariano Rampolla di Tindari. L’Imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe, avvalendosi di un suo antico privilegio quale sovrano di un impero cattolico, pose però il veto alla sua elezione.Ecco che allora il conclave, tornato a riunirsi, elesse Giuseppe Melchiorre Sarto, che prese il nome di Pio X, e una delle sue prime decisioni fu proprio l'abolizione del cosiddetto “veto laicale” che spettava all’Imperatore d’Austria, nonostante proprio grazie a ciò egli fosse divenuto papa. Saba e Castiglioni, nella loro “Storia dei papi”, mettono in evidenza che Pio X amava i suoi parenti, ma, anche divenuto Pontefice, non pensò affatto di “sollevarli dall’umile posizione sociale in cui la provvidenza li aveva collocati. Fece soltanto venire a Roma le due sorelle che erano rimaste a suo carico”. nel testamento del pontefice si lesse all’epoca una “umile preghiera ai cardinali perché volessero continuare alle sorelle superstiti un modestissimo assegno vitalizio”. Questa fu tutta l’eredità che il papa nato a Riese lasciò alla sua famiglia.La storia ci insegna che si sono succeduti papi bravi e meno bravi, buoni e meno buoni, e che ci sono Santi più venerati e meno venerati, più conosciuti e meno conosciuti, ma a differenza dei papi i santi sono tutti santi uguali. Uguali davanti a tutto, tranne evidentemente che agli interessi economici: come si fa infatti a mettere in dubbio che chi ha ispirato, pensato e realizzato queste medaglie sappia fin troppo bene che i papi santi del ventesimo secolo sono tre e non due? E come si fa, di conseguenza, a non pensare che l’esclusione di Papa Pio X sia legata esclusivamente al fatto che sul mercato tirano di più papa Roncalli e papa Woitila di Sarto per il semplice fatto che i primi due sono stati nostri contemporanei e quindi occupano più spazio e importanza nell’immaginario collettivo studiato e sfruttato dai blasfemi commercianti di fede?Il Vaticano, che sia stato o meno interpellato e coinvolto economicamente, dovrebbe far sentire la sua voce e ricordare il terzo Papa Santo del ventesimo secolo. Se non il Vaticano, almeno Papa Francesco.

Angelomauro Calza

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